martedì 30 settembre 2003

Caspita, che languida che mi sento

Esco a cena con una persona.
Sono stanca, stanchissima.
Vorrei sbavare sul divano guardando report, accendere il computer e scaricarmi nuove font (quanto sono belle, quanto danno all'anima di ognuno di noi le font), andare a letto a leggere mangiando patatine. Tutto in sequenza, prima la prima cosa poi la seconda ecc.
Invece no.
Si mangia fuori.
Il campanello suona coincidendo perfettamente con la discesa della prima goccia di bava sul divano; ho il gatto (non ancora tagliato per la verità) tra l'orecchio e la spalla, il telecomando fra le pieghe del piumino, un paio di patatine sparse .
DIN DON sì il mio campanello fa din don, credo sia del 1652

Sparsi cose e animali (uno): unghie di gatto= orecchio, punta di telecomando= pavimento.
Patatine ovunque.

Dunque dov'ero? Là.
con la stessa faccia di merda che quando mi sono vista mi é venuta voglia di eseguire operazioni pirotecniche per adeguarmi all'estetica di massa. Non mi é riuscito a quanto guardo.
Comunque le scale si scendono, i portoni si aprono e le macchine si montano. eseguito l'eseguibile (punto exe), direzione pizzeria ristorante lato dx via guardi luogo dimenticato. Aborrito. Tremeabondo. Alla stregua di una morte del creato. Annunciatore di tregende. Insomma triste triste (triste triste triste che canzone é non me la ricordo)

1 insalata mista
1 petto di pollo
1 tris di verdure bollite.
1 coca rigorosamente lattinata, io
1 b.p.b., l'altra

Ma la verità é un'altra.
Sono ebbra di questa cena.
Che le persone contano (1,2...)
che porcaputtana queste stupide parole che sono le uniche cose (strumenti, ammennicoli, chiavi, bacilli) che ho per tradurre il mio pensiero non rendono il volersi bene.
E se non era questo....

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