mercoledì 5 novembre 2003

Faccio fatica a star dietro alle cose. I pensieri mi sfuggono. Le parole mi piangono addosso. Mi hanno tacciato di razzismo, e tutto ciò mi rende basita.
Originale però, questo lo devo ammettere.
No, no non sono mica io quella. Quella che si perde dietro ai ricordi, conserva le carte di caramella, i biglietti del cinema e si sente fortunata ad avere una memoria limitata nel telefono. Almeno i messaggi non riesco a conservarli tutti. A volte ho pensato di trascriverli. Giuro che non l'ho mai fatto (non ancora).
La mia casa piena di cartine, pezzetti di cuoio, bottoni, denti da latte e riccioli di capelli. La mia testa piena di molto altro che non vuole andarsene mai. Ossessionata dai pezzetti di altri che mi rimangono addosso.
Tutto questo é banale, lo so. Patetico anzichenò. Ma mi sento fustigata da questo autunno dolce, e per niente divertente. Io, non l'autunno.
Gorgogliante fessura viva. Cristallizzata nel vago terrore di non essere mai abbastanza.
Che due balle.
Eppure questa malincoschifezza non é così male. Questo spazio per pensare.
Baraonde calde.
Maleodoranti.
Predisposizione alla tragedia.
Chi sa se quest'autoimposizione alla normalità mi farà poi così tanto bene, o se é solo reprimenda di passioni profonde.
mdonnammia che santamaria...!!!!

Alla fine, poi, il razzismo non c'entrava niente... bah?

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