venerdì 16 gennaio 2004

dove cazzo sono finiti i miei commenti?

Quando abitavo nella mia casa vecchia, vecchia di suo perché era vecchia e particolarmente disgregata nell’arredamento causa la mia protratta,negli anni, incuria.
Comunque, quando abitavo nella mia casa vecchia, avevo un pesce, Giovanni il rosso. Era infatti un pesce rosso. Non so se fosse comunista, ma era sempre vestito di rosso.
Giovanni l’eunuco rosso viveva in una bolla di vetro color acqua, e condivideva l’appartamento anzianotto con me e Teresa, il gatto femmina selvaggio.
Inaspettatamente la sopraccitata convivenza procedeva bene. Il gatto si accontentava di lappare l’acqua escrementata di Giovanni, senza minimamente prestare attenzione al pesce cagone. Grazie al suo infinito acume,infatti, il gatto decise che era preferibile zuppa di pesce tutti i giorni che sushi un giorno solo.
Dal canto suo giovanni, in quanto pesce rispettabilissimo, era totalmente privo di memoria storica e Teresa neanche la vedeva.

Fino a quando:
Il gatto viaggiatore decise di convivere con alcune pulci nane, note ammorbatici di tappeti. Di primo acchito non ebbi nulla in contrario, i piccoli parassiti abitavano solo il gatto non avendo la casa alcun tipo di tappetame. Ma com’è noto i piccoli animali sono particolarmente invasivi e non si accontentarono di succhiare il gatto che da appestato divenne appestatore.
Presi alfine una decisione drasticamente rivoluzionaria: operare una disinfestazione globale con l’ausilio di bombolette altamente velenose, utilissime anche per sterminare amiche formiche e antiatomici scarafaggi.
Detto fatto posizionai una bomboletta al centro di ogni stanza (tre in tutto) . Leggendo attentamente le istruzioni decisi di strafare ed utilizzai una quantità doppia di spray per metroquadro. Cercavo sicurezze nella mia vita di allora e il combattimento doveva essere duro e definitivo.

Aprire il tappo antibambino, schiacciare e scappare, stanza uno
Aprire il tappo antibambino, schiacciare e scappare, stanza due
Aprire il tappo antibambino, schiacciare e scappare, stanza tre

Scappare.

Quando rientrai erano ormai le sette, aprii tutte le imposte ermeticamente chiuse e lasciai la casa in modalità aerazione per una trentina di minuti. Intanto il gatto femmina reclamava cibo, lo servii in cortile. Era una giornata tiepida di primo settembre, il mio albero matto tendeva le sue foglie al cielo, le zanzare lo salutavano allegre. Mi sentivo bene, reduce da un’impresa con connotazioni vagamente eroiche. Sentivo in cuor mio di aver sgominato un esercito nero e saltellante…
Giovanni!
Cristo, Giovanni l’eunuco che nuota era rimasto in casa.
Giovanni, Giovanni pesce tenace. Lo recuperai nella bolla di vetro. Nuotava con una sola pinna, il resto di lui era come paralizzato. Giovanni…

Presi lo scolapasta, lo scolai più volte in acqua tiepida. Dopo qualche ora sguazzava come un giovinetto . Giovanni, era lui l’eroe della battaglia. Avrei voluto appuntargli una medaglia. Che pesce prode.

Dopo qualche mese si suicidò sopra una pianta grassa. Non aveva retto. In sua memoria appesi una figurina panini della raccolta” pesci e meraviglie tropicali 1994/95” vicino al wc.


Tutto questo mi ha insegnato molto, lo so. Anche a Teresa.

Nessun commento: